Giovanni Atzeni, detto Tittia, su Zio Frac durante la Carriera del Palio del 2 luglio 2022
Da sinistra nella foto il Capitano Fabio Miraldi della Contrada del Drago, che portò la Contrada alla Vittoria al Palio del 2 luglio 2014. Al centro, l'allora Priore Laura Bonelli, a destra il fantino Alberto Ricceri detto Salasso

La vittoria di Oppio: dieci anni dopo una serata di ricordi e nostalgia

Dieci anni sono un soffio, un battito di tempo. Ma quante cose possono accadere in questo arco di tempo in una Contrada: bambini che crescono, ragazzi che diventano adulti, chi matura, chi ci lascia. La vittoria del 2014 ha rotto un possibile lungo digiuno. E’ stata bella ed improvvisa, ha lasciato segni, ha permesso ad alcune generazioni di assaporare il senso del trionfo. E’ stata una carriera particolare, lottata, per certi versi anche difficile. L’idea della Commissione cultura era quella di “approfittare” della cena del 1 luglio, non riservata alla prova generale, per ricordare quel momento, quei protagonisti. Lo abbiamo fatto con la dirigenza di oggi accanto a quella di quel preciso momento storico. Quindi lo staff vincente del 2014: il Capitano Fabio Miraldi, i tenenti Cervellera, Marucelli e Bandini, il barbaresco Cioni. E poi il priore Laura Bonelli con i suoi vicari. E poi non poteva mancare Alberto Ricceri in arte Salasso, che con Oppio ci ha portato il drappellone di Rosalba Parrini. Visibilmente commosso e anche lui intinto in un colore di sana nostalgia. La bellezza di quei momenti attraverso le parole ed i filmati, grazie alla collaborazione della Società Camporegio e di Riccardo Domenichini che ci ha fornito l’attrezzatura per rivivere la nostalgia di un lungo Abbey Road di via dei Mille e tutti i filmati “anni sessanta” che costituivano la sceneggiatura della Cena di San Domenico. Quanti sono passati in quei video: perché nel Drago il compito è proprio quello di fare di ogni contradaiolo un attore di un film vincente. Senza la memoria non siamo niente, senza ricordare ed apprezzare ancora quello che abbiamo fatto. Tutti assieme.

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Un successo il trekking sulle orme di Santa Caterina

Come tutti sanno il nostro correttore Padre Alfredo è un'appassionato studioso della vita di Santa Caterina e ha voluto condividere con noi questa passione rendendoci partecipi di alcuni aspetti della vita della Santa di cui non eravamo certo a conoscenza. Santa Caterina si recava spesso in ritiro spirituale a Pontignano (definito luogo cateriniano) dove il priore della certosa era uno dei suoi discepoli prediletti colui che ottenne la reliquia dell'anulare della Santa. Grazie alla sua dedizione Padre Alfredo ha poi scoperto che lungo il tratto di strada che conduce a Pontignano vi è un'edicola che ritrae la Santa a testimonianza del suo passaggio. Da qui che nasce l'idea di un trekking che ripercorre tutto il tratto di strada che la Santa percorreva per recarsi in preghiera alla Certosa di Pontignano, precisamente da Ponte a Bozzone passando per la chiesa di Cellole, ora sconsacrata ed adibita ad abitazione privata, fino a raggiungere Pontignano. E allora via il pomeriggio del 27 giugno siamo saliti tutti insieme sull'autobus che ci ha portato a Ponte a Bozzone e da lì - dopo aver ricevuto la benedizione dal nostro arcivescovo - sotto un sole cocente abbiamo iniziato il trekking con Padre Alfredo che ci ha guidato lungo il percorso. Arrivati a Pontignano abbiamo avuto l'onore di visitare la "Chiesa dei Monaci" che possiamo definire un gioiello perchè completamente affrescata, ad opera di pittori senesi, sia nel soffitto che nelle pareti laterali (sembra quasi una piccola cappella sistina). E il giardino all'italiana dove i ragazzi si sono soffermati per un meritato riposo e merenda. Ringraziamo il nostro correttore che ha avuto una bella idea, ci ha dato la possibilità di passare una piacevole giornata insieme e godere della sua infinita cultura. L'iniziativa che ha entusiasmato sia Padre Alfredo che i giovani dragaioli sarà riproposta più avanti, in una stagione più fresca, e aperta a tutti i dragaioli di ogni età.

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Il Gs Camporegio arriva in semifinale al Dudo Casini

Si conclude in semifinale il percorso del GS Camporegio nel torneo "Dudo Casini". Questo risultato rappresenta un traguardo importante, considerando che non si raggiungeva la semifinale, l’unica nella storia del torneo da parte del Drago, dal 2005 Il cammino nei gironi è stato ricco di emozioni, tra alti e bassi. La partita d'esordio contro la Tartuca si è conclusa con un pareggio per 1-1. Nonostante il dominio sul campo, i ragazzi non sono riusciti a concretizzare le numerose occasioni create. La seconda partita ha visto una grande vittoria per 3-0 contro la Chiocciola, una prestazione che ha mostrato il vero potenziale della squadra. La terza sfida contro il Nicchio, purtroppo, si è conclusa con una sconfitta per 2-1. Anche la partita successiva contro l'Onda ha visto una sconfitta per 1-0, nonostante l’impegno e la determinazione mostrati in campo. La fase a gironi si è conclusa con una brillante vittoria per 4-1 contro la Giraffa, che ha permesso al Drago di avanzare ai quarti di finale, anche grazie ai risultati delle altre squadre nel girone. Nei quarti di finale, la squadra ha messo in campo una super prestazione contro il Bruco, passato primo nel girone A. Il Drago, terzo nel girone B, ha dimostrato grande carattere e spirito di squadra, riuscendo a superare un avversario così forte e assicurandosi un posto in semifinale. La fase eliminatoria diretta del torneo, giocata nella cornice del campo di San Miniato, ha visto un grande afflusso di dragaioli allo stadio, che hanno sostenuto con entusiasmo la squadra. La semifinale contro il Nicchio è stata combattuta: nonostante il nostro vantaggio iniziale, poco dopo l'inizio della partita, il Nicchio ha ribaltato il risultato vincendo per 3-1. La partita avrebbe dovuto disputarsi allo Stadio Comunale Artemio Franchi, ma per cause di forza maggiore si è svolta a San Miniato. I ragazzi si sarebbero meritati questa soddisfazione di giocare in un contesto così prestigioso, ma le circostanze hanno giocato a sfavore.

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Giubilo
Il Cor che m'arde
divien fiamma in bocca
Comparsa
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