I periodi attuali. La nuova Società
Nell’Assemblea Generale del 26 novembre 1980, Priore Andrea Muzzi, si approva la stipula di un contratto di comodato con il Comune di Siena per i locali interrati sottostanti l’Istituto “Tito Sarrocchi” e per il terreno circostante. A conferma giunge la Delibera n. 775 del 30 maggio 1979 della Giunta Municipale, ratificata dal Consiglio Comunale con delibera n. 569 del 19 settembre 1979. Nell’atto si precisa che “i locali dovranno essere adibiti esclusivamente come magazzino di materiali facilmente deteriorabili con assoluto divieto di modifica dell’attuale struttura” e che “il terreno circostante dovrà essere reso dalla Contrada agibile, accogliente e godere della fruibilità pubblica senza spesa per il Comune”. Il 9 gennaio 1981 il Comune di Siena concede in comodato alla Contrada del Drago i locali interrati detti “Voltoni” da adibire a magazzini, nonché il terreno circostante di mq. 3.470, con l’obbligo di ripulitura e mantenimento necessari per il pubblico godimento.
I primi gruppi di fanatici pionieri colonizzatori iniziano a disboscare, livellare, ripulire. Ancora non è chiaro il fine. In tanti continuano a scuotere la testa: “è tutto tempo perso”, dicono, non intuendo le straordinarie possibilità e opportunità che si stavano prospettando. Nel numero del gennaio 1981 del notiziario dragaiolo “i Malavolti” si parla, per la prima volta, dei Voltoni e dei “desperados che hanno incominciato a scavare…”. La scuola avanza delle perplessità: si ha il timore che diventi un luogo dove si suona il tamburo 24 ore su 24, e si invoca anche la possibile presenza di antichi, importanti reperti in una fantomatica zona archeologica che verrebbero danneggiati irrimediabilmente. La Soprintendenza fuga ogni dubbio.
Si riparte e si comincia questa volta a pensare in grande. Il 23 giugno 1987 la Contrada del Drago avanza richiesta al Comune di Siena per ottenere la concessione d’uso di parte dell’Istituto Sarrocchi da adibire a sede della Società di Camporegio. Si comincia a delineare un grande progetto futuro. Il 1 maggio 1991, come riportano ancora “i Malavolti”, viene organizzato il primo pranzo ai Voltoni dagli intrepidi lavoratori. Niente tavoli e sedie, qualche tavolaccio e qualche cassetta per stare a sedere, ma per la prima volta “ci si mangia”. E sempre ne “i Malavolti” dell’aprile 1992 si lancia un appello: “Daccelo! Un albero per i Voltoni”. L’idea di arredare lo spazio esterno disponibile non più solo come magazzino è oramai lanciata: niente più “desperados” ma concreti realizzatori di un giardino da vivere dove prima c’era l’abbandono.
Il 20 giugno 1992 il Priore Carlo Rossi chiede ed ottiene dal Comune l’allacciamento dell’acqua per i Voltoni. Insistiamo. Il 24 novembre di quell’anno la Contrada del Drago avanza nuovamente richiesta al Comune di Siena per ottenere la concessione d’uso di parte dell’Istituto Sarrocchi da adibire a sede della Società di Camporegio. Ormai siamo convinti. Il progetto sta per partire. Intanto, ne “i Malavolti” del maggio 1994 si annuncia che la Società di Camporegio intende, in estate, iniziare un’attività sociale ai Voltoni: si comincia il 20 maggio con una serata di piano bar, fino ad organizzare, nel maggio 1995, la prima edizione delle “Serate nel Paradiso dei Voltoni”. Un altro importante passo per l’uso degli spazi è compiuto. L’11 dicembre 1996 il Comune di Siena dà finalmente in concessione i Voltoni alla Contrada del Drago stabilendo un canone di affitto e riservandosi per massimo 15 giorni all’anno il diritto di uso.
Ormai il progetto è chiaro e si procede di conseguenza: l’8 gennaio 1997 viene stipulata la convenzione con cui il Comune concede alla Contrada gli immobili che saranno destinati alla realizzazione della nuova Società. Si tratta di locali fuori dalla zona Voltoni, situati nel piazzale retrostante la basilica di San Domenico, appendice degli immobili destinati all’Istituto Tecnico, che sta per trasferirsi per venir sostituito dall’Istituto d’Arte.
La Contrada è chiamata a fare un passo storico, qualcuno lo definisce, giustamente, “epocale”: realizzare una nuova Società di Camporegio trasferendola da via del Paradiso dietro la Basilica, esattamente nel luogo dove, ospitata presso la Compagnia Laicale di San Domenico, la Contrada del Drago aveva la sua sede nella seconda metà del Seicento. Il ritorno alle “origini” sta per compiersi, ma il passaggio, però, non è del tutto indolore: si susseguono animate assemblee nel corso delle quali un gruppo di dragaioli manifestano la loro contrarietà al trasferimento, ma la stragrande maggioranza sceglie la strada futura.
Il progetto per la nuova Società nasce ufficialmente tra il 18 marzo ed il 13 ottobre 1997, quando viene adottato dal Comune il XVII programma di interventi previsti dalla Legge speciale per Siena n. 75/76, in cui viene inserito “il recupero degli immobili e degli spazi aperti situati nel piazzale retrostante la Basilica di San Domenico nella Contrada del Drago”. Il 3 novembre 1998 l’Assemblea Generale della Contrada delega il Priore alla firma di un atto di impegno con il Comune, che verrà firmato il 2 dicembre 1998, dove la Contrada si impegna a rispettare tutte le condizioni imposte dalla convenzione relativa al finanziamento dei lavori e ad utilizzare i locali oggetto della convenzione per gli scopi stabiliti e per almeno dieci anni.
Grande progetto, grandi ostacoli. Il 20 gennaio 1999 il Ministero dei Lavori Pubblici nega il finanziamento della Legge Speciale in quanto la Contrada del Drago non è proprietaria degli immobili interessati dal recupero e così il Comune decide di assumere in proprio la continuazione del progetto. Si parla, chiaramente, anche di spese, ed il 4 febbraio 2000 viene stipulato un nuovo atto di impegno da parte della Contrada a corrispondere al Comune di Siena la parte percentuale stabilita dell’importo delle fatture di spesa che verranno presentate in base agli stati di avanzamento dei lavori, compresi i maggiori oneri che potessero sorgere nel caso di controversie e contenziosi con la ditta aggiudicatària dei lavori. Il 23 novembre 2000 viene approvato dal Comune di Siena il progetto esecutivo dei lavori redatto da un pool di professionisti dragaioli: l’architetto Luca Furiozzi, l’ingegnere Luca Venturi e il perito edile Bruno Gazzei, assistiti dal geometra Franco Marzi.
Il 16 agosto 2001, il nuovo Priore Marco Lonzi assiste alla stipula del contratto per i lavori che sono stati assegnati, dopo apposita asta, ad una ditta di Napoli, che fin da subito dimostra tutta la sua inaffidabilità. Nel febbraio 2002 sono stati completati la demolizione dei vecchi edifici, lo scavo delle fondamenta e realizzato il vuoto tecnico mentre si sono incontrate difficoltà sul tratto delle mura verso Fontebranda. Occorre un loro restauro. Essendo le mura di proprietà dello Stato, e quindi di pertinenza della Sovrintendenza, i lavori necessitano, per essere effettuati, di una procedura d’urgenza da parte del Comune che però, non ha previsto questa spesa nel bilancio, e pertanto sarà la Contrada a fornire la copertura della spesa prevista. Intanto il 19 marzo 2002, nell’Assemblea Generale, il Priore, con rammarico, informa i Dragaioli che gravi problemi stanno sorgendo con la ditta che ha avuto in appalto i lavori che si bloccano e resteranno fermi fino al gennaio 2008.
Nel frattempo il 16 giugno 2006 viene portata all’Assemblea Generale la proposta di acquisto di due unità immobiliari situate intorno alla corte interna posta in corrispondenza del numero civico 27, piano terra, di via del Paradiso, in gran parte sottostanti il “vecchio” Camporegio. La proposta viene approvata con soli 7 voti contrari ed 1 astenuto. Se non nasce il nuovo Camporegio, intanto si raddoppia il vecchio… Su questo fronte si apre un nuovo dibattito per il loro recupero e utilizzo, che porterà alla redazione di un progetto per la realizzazione sia di spazi sociali sia da destinare ad uso museale, tenendo conto che nel 2010 viene acquistato, sempre in via del Paradiso, un garage adiacente i locali, attualmente adibito a segreteria/archivio.
I lavori per la nuova Società in San Domenico riprendono nel gennaio 2008; cinque anni sono andati perduti tra pastoie burocratiche e contenzioso con la prima ditta appaltatrice. Questa storia, lunga, tribolata, vissuta con partecipazione accorata e trepidante, con accenti anche polemici tipici della nostra Contrada, si conclude il 21 maggio 2011, alla vigilia della Festa Titolare, quando tutto il popolo del Drago, i rappresentanti delle Consorelle e le autorità cittadine rimangono a bocca aperta nel vedere lo stupendo scenario della città che si apre ai loro occhi, sovrastato dalla fabbrica del Duomo e completato dalla rassicurante visione della Torre del Mangia, con l’inaugurazione dei nuovi locali della Società di Camporegio a San Domenico.